Microbiota Intestinale e Malattie Cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari sono classificate come una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo.
I fattori di rischio includono fumo, ipertensione, dislipidemia, obesità, infiammazione e diabete.
È ormai scientificamente validato che il microbiota intestinale può influenzare la salute umana attraverso molteplici interazioni e i cambiamenti della comunità microbica sono associati allo sviluppo e alla progressione di numerosi stati patologici. Esso è coinvolto nella produzione di alcuni metaboliti, come acidi biliari secondari e trimetilammina (TMA) che rappresentano importanti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Il microbiota intestinale, quindi, è oggi riconosciuto come un possibile bersaglio per approcci terapeutici che in questa recensione vengono riassunti e ben discussi, quali l’uso di probiotici e il trapianto fecale.
Fattori che Influenzano il Microbiota
Il microbiota intestinale è un ecosistema mutevole e continuamente modellato da fattori come ambiente, stile di vita, abitudini alimentari, stress, uso di antibiotici o malattie.
Nello specifico, negli ultimi decenni, preoccupano molto le moderne abitudini alimentari che mettono a rischio la salute. Ne sono testimonianza, tra tutte, l’obesità e le malattie metaboliche che causano forti cambiamenti sia nella funzionalità che nella struttura del microbiota.
È importante considerare, quindi, l’effetto che ciascun macronutriente e micronutriente può avere sul microbiota per poter scegliere la tipologia di alimentazione che meglio modula il microbiota intestinale.
Lo studio che condividiamo è molto interessante perché riporta un’analisi molto dettagliata degli effetti di ciascun nutriente sul microbiota. E avvicinandosi le festività, suggeriamo un approfondimento sui #grassi saturi contenuti, ad esempio, nel panettone e nel pandoro.
Microbiota e Perdita di Peso
Quanto l’assetto microbico determina la riuscita di un regime dietetico nella perdita di peso?
Abbastanza diremmo, e questo studio ci spiega il perché.
Gli studiosi hanno visto che gli individui con un elevato rapporto Prevotella/Bacteroides (P/B), prima della dieta, hanno perso più peso corporeo e grasso con diete ricche di fibre rispetto ai soggetti con un basso rapporto P/B.
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Resilienza del Microbiota
I batteri che abitano l’intestino umano sono strutturati come un ecosistema complesso che viene continuamente interessato da molteplici interazioni con fattori di stress esterni come cambiamenti dietetici estremi, infezioni, uso di antibiotici o altri farmaci che, inevitabilmente, perturbano l’equilibrio di questo ecosistema.
Gli studi dimostrano che la comunità microbica è in grado di tornare alla configurazione pre-perturbazione in maniera autonoma, tale capacità viene definita resilienza ed è favorita da alcune caratteristiche, come un elevato grado di biodiversità.
Se pensiamo, quindi, allo stress causato dagli eccessi alimentari che ci siamo concessi in queste festività, consideriamo anche che il nostro microbiota è potenzialmente in grado di auto-modularsi se lo manteniamo in salute durante il resto dell’anno.
L’articolo che condividiamo, rappresenta un approfondimento interessante sulla “resilienza” del microbiota.
Interazione tra Polifenoli del Cacao e Microbiota Intestinale
Condividiamo una review sull’interazione bidirezionale tra i polifenoli del cacao e il microbiota intestinale.
Qual è il loro esito sulla salute dell’intestino?
Sappiamo che il cacao e i suoi prodotti sono fonti ricche di polifenoli, come i flavanoli. Tali componenti esercitano una funzione antinfiammatoria e antiossidante a beneficio della salute dell’intestino.
Come si comportano i polifenoli?
Sono scarsamente assorbiti dall’intestino, mentre i metaboliti bioattivi secondari sono biodisponibili. I polifenoli, infatti, una volta raggiunto l’intestino, interagiscono in modo bidirezionale con il microbiota intestinale, esercitando meccanismi prebiotici. Migliorano la crescita di batteri intestinali benefici, come Lactobacillus e Bifidobacterium, e riducono il numero di quelli patogeni, come Clostridium perfringens.
Akkermansia Muciniphila: il Batterio che Aiuta a Contrastare le Malattie Metaboliche
Tra i milioni di batteri che risiedono nel nostro intestino, Akkermansia muciniphila ha suscitato un crescente interesse per i suoi effetti benefici per la salute.
Lo studio che condividiamo ha evidenziato il ruolo chiave che ricopre il microbiota intestinale nell’insorgenza di disturbi legati all’obesità, al diabete mellito di tipo 2 non trattato o all’ipertensione.
Nello specifico, per la prima volta è stata studiata la somministrazione di Akkermansia muciniphila nell’uomo e i risultati sono molto promettenti: esiste una correlazione tra l’abbondanza di Akkermansia muciniphila e il successo delle diete ipocaloriche volte alla perdita di peso. Tanto che si sta investigando la possibilità di somministrarlo come integratore.
Microbiota e Consumo di Birra
Se fino a poco tempo fa l’effetto del consumo di birra sul microbiota intestinale era scarsamente caratterizzato, oggi grazie agli studi di Natalia González-Zancada e colleghi sappiamo quale sia il suo impatto sull’ecosistema batterico intestinale.
Questo studio ha esaminato le associazioni tra consumo moderato di birra, composizione del microbiota e profilo degli acidi grassi a catena corta (SCFA).
Il consumo moderato di birra (dai 200 ai 600 ml al giorno) è correlato ad un aumento dei microrganismi benefici Blautia e Pseudobutyrivibrio e ad una riduzione della famiglia Clostridiaceae.
Il merito potrebbe essere delle fibre contenute, come beta glucani contenuti nell’orzo.
Berberina e Microbiota
La berberina sta suscitando molto interesse nel mondo della scienza grazie ai suoi notevoli benefici sulla salute umana.
È un alcaloide isochinolonico di derivazione naturale molto noto nella medicina tradizionale cinese, dove viene utilizzato come antidiarroico, ipolipidemizzante e antidiabetico.
Molti studi hanno dimostrato che la berberina può essere utilizzata nel trattamento di diverse patologie come diabete mellito, iperlipidemia, cancro, ovaio policistico, problemi di fegato, etc.
I meccanismi d’azione sottesi a queste funzioni non sono completamente noti, ma si pensa che possano (almeno in parte) essere mediati dal microbiota intestinale. In questa review di Zhang e colleghi (2020) vengono raccolti i risultati della letteratura sull’argomento, con studi fatti sia sull’uomo che in modello animale.
Il risultato più importante che emerge è la capacità della berberina di incrementare la proliferazione dei butirrato-produttori, che sappiamo essere attivamente coinvolti nella regolazione del metabolismo energetico.
La salute del cuore passa anche dal microbiota
Una quantità crescente di studi rivela che il microbiota intestinale è coinvolto nella patogenesi e nella progressione di varie malattie cardiovascolari.
Ulteriore attenzione si è sviluppata da quando è stata proposta per la prima volta la correlazione tra concentrazione plasmatica di TMAO (trimetilammina ossido) e rischio cardiovascolare. La trimetilammina infatti è una molecola prodotta da alcuni batteri del microbiota intestinale a aprtire da alimenti come carni rosse e uova. La TMAO non solo ha un’azione pro-infiammatoria, ma agisce su molti altri livelli, ad esempio favorendo il malfunzionamento dei mitocondri. In questa review del 2021 di Zhang e colleghi, viene descritto lo stato dell’arte sull’asse heart-gut e vengono proposte diverse categorie d’intervento, come la dieta, la terapia probiotica o farmacologica e il trapianto fecale.