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Ginecologia

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Microbiota in Gravidanza

Quanto è importante, sia per la mamma sia per il nascituro, avere un microbiota intestinale in eubiosi durante la gravidanza?

Quando la donna è in dolce attesa il microbiota intestinale preserva in primis la salute della madre, ad esempio aiutandola a non sviluppare il diabete gestazionale e, allo stesso tempo, preserva anche quello del bambino che si esporrà al primo “trasferimento” di microrganismi al momento del parto.

Andando verso il terzo trimestre, aumenta l’abbondanza relativa di alcuni batteri che vengono poi trasferiti al neonato nel periparto (in caso di parto vaginale): il microbiota intestinale del bambino, infatti, è costituito per il 22% da batteri derivanti dal microbiota intestinale della madre (in particolare Bifidobatteri, Bacteroides ed Escherichia coli), come riportato dall’articolo che condividiamo di Ferretti e colleghi (2018).

Quindi, conoscere la composizione del microbiota durante la gravidanza può essere uno strumento utilissimo sia per preservare lo stato di salute della donna sia per “lavorare” affinché venga ereditato un patrimonio di microrganismi sano al momento del parto.

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Microbiota e Infezioni Vaginali Ricorrenti

Dedichiamo con piacere un focus alla salute al femminile riprendendo un tema già noto ma meritevole di attenzione: la prevenzione della salute vaginale.

Spesso le fastidiose infezioni vaginali ricorrenti possono dipendere da una disbiosi intestinale. Il retto, infatti, è stato suggerito come la fonte principale di colonizzazione della vagina.

Il canale vaginale è caratterizzato da una ridotta biodiversità e dalla dominanza di lattobacilli ed è in grado, tra le altre cose, di difendere la donna dalla colonizzazione di potenziali patogeni che possono derivare anche dall’intestino.

Il microbiota intestinale, infatti, può fungere da reservoir (serbatoio) di microrganismi dannosi e arrivare al canale vaginale sia per traslocazione interna (dovuta ad esempio ad un’aumentata permeabilità intestinale) sia esterna (a causa della vicinanza anatomica fra vagina e ano).

Lo studio che condividiamo conferma che esiste un certo grado di corrispondenza tra la microflora vaginale e rettale, non solo per quanto riguarda la composizione della specie ma anche per l’identità del ceppo batterico.

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L’allattamento al seno

Secondo le linee guida, quando è possibile, l’allattamento al seno è da preferire come fonte di nutrimento per il neonato.

Il latte è una miscela davvero straordinaria di composti fondamentali non solo per il nutrimento del bambino, ma anche per le sue difese immunitarie in via di formazione e per l’insediamento della comunità microbica intestinale.

L’allattamento al seno, infatti, non solo fornisce substrato nutritivo ai primi batteri arrivati (come oligosaccaridi fondamentali per la crescita di Bacteroides, Bifidobacterium e Lactobacillus) ma rappresenta esso stesso una fonte di microrganismi, tra i quali Staphylococcus, Streptococcus, Lactobacillus, Propionibacterium e altri anaerobi.

In questa review, Boudry e colleghi (2021) analizzano estensivamente non solo questi aspetti, ma anche la composizione del latte materno e l’influenza che su di essa esercita la dieta della madre.

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Parto e Vagina Seeding

La letteratura scientifica concorda sul fatto che il microbiota materno influenzi quello del nascituro e, nello specifico, numerosi studi dimostrano che l’insediamento e l’assemblamento della prima comunità microbica intestinale nel neonato sia influenzata dal tipo di parto e che, quando possibile, sia da preferire il parto vaginale.

Negli ultimi anni si è cercato di capire se fosse possibile “correggere” il microbiota di bimbi nati di parto cesareo, facendolo convergere e renderlo il più simile possibile a quello di un bambino nato di parto naturale.

A questo scopo è stata sviluppata la pratica di vaginal seeding, che prevede l’utilizzo di una garza incubata nella cavità vaginale della madre che viene usata per inoculare i microrganismi sul viso e sulla bocca nel neonato. Sembra che la pratica aiuti nel dirigere la struttura microbica di un bambino nato di parto cesareo verso quella di un bambino nato di parto naturale.
Il vaginal seeding tuttavia va eseguito con cautela, perchè potrebbe rappresentare un veicolo per la trasmissione di agenti patogeni.

Questo articolo approfondisce il tema