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Pelle

Tabella dei Contenuti

Pelle e Microbiota

La salute della pelle passa anche dal microbiota intestinale.

Una comunità microbica in equilibrio infatti permette di mantenere un basso tono infiammatorio e un’efficiente permeabilità intestinale, prevenendo l’ingresso nella circolazione sistemica di molecole pro-infiammatorie che possono dare manifestazioni come pelle impura, rossori e comedoni.

Riportiamo la review di Salem e colleghi, che descrivono nel dettaglio tutte le sfaccettature dell’asse gut-skin e revisionano gli studi sulle strategie di intervento probiotiche.

Nello specifico, parlano dei meccanismi attraverso i quali la disbiosi intestinale contribuisce a tre comuni disturbi della pelle: acne vulgaris, dermatite atopica e psoriasi.

Conclusioni dello studio

Con la modulazione intenzionale del microbioma, i probiotici, i prebiotici e i simbiotici si sono dimostrati utili nella prevenzione e/o nel trattamento delle precedenti malattie infiammatorie della pelle.

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Ruolo del Microbiota nell’Acne

L’acne è una condizione infiammatoria della pelle molto diffusa, la cui causa esatta non è stata ancora definita, ma di certo è associata ad un’interazione di più fattori.

Si ritiene, sempre più, che l’interazione tra i microbi della pelle e l’immunità dell’ospite giochi un ruolo importante in questa malattia.

L’acne ha anche stretti legami con il tratto gastrointestinale e molti sostengono che il microbiota intestinale potrebbe essere coinvolto nel processo di insorgenza e consolidamento dell’acne.

È stato ipotizzato che le emozioni dello stress (depressione e ansia), per esempio, aggravino l’acne alterando il microbiota intestinale e aumentando la permeabilità intestinale contribuendo, così, ad accentuare l’infiammazione della pelle.

Alcuni studi mostrano, inoltre, come una supplementazione probiotica (a base di lattobacilli e bifidobatteri), associata alla terapia farmacologica e ad opportune modifiche nella dieta, possa aiutare ad alleviare le manifestazioni cutanee.

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Dermatite Atopica e Microbiota

La dermatite atopica è una malattia infiammatoria della pelle di vecchia data molto diffusa in tutto il mondo. Diversi fattori influenzano lo sviluppo della malattia, tre cui la componente genetica.

Oggi sappiamo, però, che il microbiota intestinale assume una configurazione specifica nei pazienti con questa patologia e presenta un aumento di gruppi microbici pro-infiammatori a discapito di quelli promotori della salute (come Bifidobacterium).

Questa review parla della natura della pelle e della flora intestinale nella dermatite atopica, i possibili meccanismi di interazione pelle-intestino e le implicazioni terapeutiche della correzione del microbioma in presenza di tale patologia.

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Psoriasi e Microbiota

Un numero crescente di studi evidenzia che la disbiosi intestinale è associata allo sviluppo della psoriasi.

L’asse “intestino-pelle” è il nuovo focus dell’interazione tra malattie della pelle e microbioma attraverso i mediatori dell’infiammazione, i metaboliti e la barriera intestinale.

Ad oggi sappiamo che il microbiota intestinale dei pazienti affetti da psoriasi è più povero rispetto a quello di una persona sana e ha meno microrganismi considerati promotori della salute, come AKKERMANSIA e RUMINOCOCCUS.

Alcuni studi mostrano che variazioni nella dieta (come eliminazione di zuccheri, alcol, glutine e Solanacee) ed un’integrazione probiotica mirata, possano alleviare la sintomatologia cutanea e ridurre le recidive.

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Il microbiota cutaneo: in difesa della pelle

La pelle umana oltre a funzionare come una barriera fisica per fermare l’ingresso di agenti patogeni, ospita anche una comunità microbica molto numerosa, costituita da batteri, funghi e virus.
Il suo microbiota, infatti, svolge un ruolo fondamentale nell’omeostasi cutanea e negli ultimi decenni, molti studi stanno approfondendo come questi reagisce alle aggressioni esogene.

Quando ci esponiamo al sole, inneschiamo una serie di meccanismi difensivi della nostra pelle, che hanno l’obiettivo di proteggere il DNA delle nostre cellule dai danni che i raggi UV possono arrecare.

È interessante sapere che una parte di questi microrganismi ha la capacità di produrre diversi composti per neutralizzare gli UV e difendersi dai loro effetti nocivi; tra questi possiamo citare gli amminoacidi mycosporine-like, prodotti da alcuni cianobatteri.
Questa capacità metabolica non solo permette alla nostra pelle di avere una protezione naturale durante l’esposizione, ma è fonte di analisi e ispirazione per l’industria cosmetica per la produzione di solari di nuova generazione.

In questa review del 2021, Souak e colleghi elencano tutte le molecole di origine batterica che potrebbero essere impiegate come fotoprotettori e riassumono lo stato dell’arte su come proteggersi dagli UV partendo dall’interno del nostro organismo, usando integratori probiotici che sembra siano promettenti nel ripristinare l’omeostasi della pelle e invertire gli effetti negativi dei raggi UV.

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