La letteratura scientifica ci mostra che in caso di malattie dermatologiche, come acne, psoriasi, dermatite atopica e vitiligine, non si assiste solo ad un’alterazione del microbiota cutaneo presente sulla zona lesionata della pelle, ma anche del microbiota intestinale. È stato dimostrato, infatti, che in questo contesto l’ecosistema colonico presenta diverse modifiche a livello di composizione (e, pertanto, di metaboliti prodotti), tali per cui lo stato infiammatorio e la permeabilità dell’epitelio aumentano e al contempo si assiste ad una compromissione del cross-talk con il sistema immunitario. Per queste ragioni, in caso di malattie dermatologiche, il ripristino dell’eubiosi si ripercuote spesso sul benessere completo dell’organismo e sulla fisiologica funzionalità della cute. La modulazione del microbiota intestinale può avvenire mediante modifiche qualitative nella dieta e attraverso l’integrazione prebiotica e probiotica o mediante un approccio integrato che preveda l’applicazione di tutti e tre i livelli di intervento. In questo modo, dovrebbe essere possibile lavorare su taxa microbici considerati promotori della salute dell’individuo, come i generi Bifidobacterium e Faecalibacterium (butirrato-produttore per eccellenza), riducendo di pari passo microrganismi con attività pro-infiammatoria, come i proteobatteri produttori di LPS, antigenico e con azione pro-infiammatoria.
Bibliografia:
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Articolo redatto dalla Dott.ssa Sara Quercia, biologa nutrizionista con dottorato di ricerca sul tema del microbiota intestinale. La Dott.ssa Quercia si occupa di nutrizione sia in termini di trattamento che di prevenzione, attraverso la dietoterapia e l’educazione alimentare in pazienti sani o affetti da diverse patologie.