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Wellmicro, l’azienda che fa analisi genetica del microbiota umano

Biotech
Leader in Italia

È una nicchia di business che oggi vale in Italia tra i 3 e i 5 milioni di euro l’anno, arriva ai 30 milioni in tutta Europa, ma si prevede crescerà a un tasso medio annuo del 50%, perché racchiude il segreto della salute umana: è il mercato dell’analisi del microbiota (batteri, funghi, virus, protozoi che popolano il nostro organismo). E a Bologna c’è il leader indiscusso del settore, Wellmicro.

Nata nel 2015 come spin-off dell’Alma Mater Studiorum, l’azienda biotech in questi primi otto anni di attività ha sviluppato il più completo e sofisticato metodo di analisi del Dna dei microorganismi che ci abitano, con due brevetti proprietari di soluzioni bioinformatiche e algoritmi applicati al Next Generation Sequencing (NGS, la metodologia di sequenziamento del DNA massivo e parallelo), oggi è l’unica società privata del settore a pubblicare su riviste scientifiche peer review e a coprire tutti gli anelli della catena del valore : R&S, test, analisi di laboratorio, follow up, compresa un’accademia interna di formazione sul microbiota umano. Termine, quest’ultimo, che ha sostituito tutto quello che un tempo si chiamava flora intestinale e che definisce una colonia di decine di migliaia di miliardi di minuscoli organismi – principalmente batteri, ma non solo, che popolano intestino, pelle, mucose – di oltre mille
specie diverse, di cui non ci accorgiamo ma che rappresentano un chilo e mezzo del nostro peso corporeo e una sorta di secondo patrimonio genetico che supporta la digestione, il sistema immunitario e quello nervoso.

«Stiamo parlando di un mercato che di fatto ancora non esiste, si sta formando assieme a noi e si sviluppa assieme tra la diagnostica, il pharma e la ricerca clinica. Essere i pionieri è una sfida stimolante non solo dal punto di vista scientifico ma di mercato, perché quando si riuscirà ad intervenire sul microbiota per curare patologie (come diabete, infiammazioni, depressioni e tumori, ndr) le ricadute di business saranno enormi», spiega Andrea Castagnetti, biologo molecolare dell’Università di Bologna, cofondatore e dg di Wellmicro.

A cogliere le potenzialità della start-up emiliana e della mappatura del microbiota è stato due anni fa il fondo White Bridge Investments che ha rilevato Wellmicro innestandola in Named Group, il nuovo polo della salute naturale in Italia, che oggi raggruppa 7 eccellenze italiane (tra cui Specchiasol) e una belga attive nella nutraceutica, cosmeceutica e nei dispositivi medici, 170 milioni di euro di fatturato 2022 (proiettati sopra i 200 quest’anno), oltre 600 collaboratori, 50mila medici e 10mila tra farmacie, parafarmacie ed erboristerie raggiunti. «Wellmicro è la punta di diamante della nostra strategia per diventare il riferimento dell’healtcare di consumo con soluzioni trasversali per garantire il mantenimento e la riattivazione dello stato si salute», spiega il direttore operativo di Named Group, Alessio Romitelli.

Per quanto riguarda Wellmicro, che oggi conta 12 dipendenti a Bologna, «da qui a 3 anni – aggiunge
– puntiamo sia operativa in 5 Paesi europei e superi i 100mila test l’anno. Il processo di internalizzazione è già partito in Croazia, ma il business e revenue model è ancora tutto da costruire. Siamo partiti con prezzi molto competitivi dei test per aprire il mercato (dai 160 euro per conoscere la composizione batterica intestinale ai 190 euro per l’analisi batterica e micotica dell’intestino e altrettanti per lo studio del microbiota vaginale) ma oltre alla diagnostica c’è il mercato legato alla ricerca clinica e il business del database».

Wellmicro ha infatti all’attivo oltre 25mila sequenze analizzate di campioni umani, uno dei più grandi database anamnestici disponibili. «Ora ci prepariamo a fare il salto nella metagenomica per indagare tutto il materiale genetico, compresi i virus, avventurandoci nelle nuove frontiere dei batteriofagi (i virus che infettano i batteri, l’alternativa principe agli antibiotici per sconfiggere infezioni batteriche sempre più antibiotico-resistenti, ndr)», annuncia Castagnetti. Il recente convegno organizzato dal dipartimento di Scienze biomediche del CNR (CNR-DSB) con Wellmicro che ha riunito a Roma ricercatori e medici italiani sul tema “Microbiota tra mito e realtà” ha confermato il ruolo chiave del microbioma come marker dello stato di salute dei pazienti e le potenzialità che apre di nuovi interventi terapeutici alternativi. Che il mercato stia esplodendo lo dice anche il numero di pubblicazioni scientifiche sul microbiota: erano meno di 500 nel 2010, oggi siamo a 20mila l’anno, ci sono più di 4mila studi clinici dedicati e sono nate le prime unità preposte all’interno degli ospedali.

Di Ilaria Vesentini, da Il Sole 24 Ore centro del 30 Giugno 2023