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Alzheimer, correlazione con il microbiota intestinale

La disbiosi intestinale può influenzare l’omeostasi immunitaria cerebrale attraverso l’asse intestino-cervello e, inoltre, può svolgere un ruolo chiave nella patogenesi di malattie neurodegenerative tra cui la demenza e il morbo di Alzheimer.

Il topic interessa molto alla scienza, è ancora in fase di approfondimento, ma alcuni dati mostrano come i batteri e i funghi presenti nel nostro intestino possano produrre LPS e proteina amiloide, che interferiscono prima di tutto con la permeabilità intestinale e, attraverso la circolazione enteroepatica, arrivare al cervello e modulare la funzionalità della barriera ematoencefalica.

Senza contare che l’attività metabolica del microbiota può influenzare quelli che sono i tratti distintivi della malattia, come stress ossidativo, insulino-resistenza, neuroinfiammazione e formazione di beta amiloide.

Per questa ragione, il mantenimento di un microbiota intestinale in eubiosi può favorire il mantenimento di una buona salute anche a livello cerebrale e, come descritto in questo lavoro di Shabbir e colleghi (2021), le variabili su cui lavorare sono principalmente la dieta e l’integrazione pro e prebiotica.

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