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Ruolo potenziale del microbioma nella sindrome da stanchezza cronica/encefalite mialgica (CFS/ME)

La sindrome da stanchezza cronica/encefalite mialgica (CFS/ME) è una patologia rara multisistemica molto diffusa: negli USA ne soffrono circa 2,5 milioni di persone, ed in Italia è principalmente diffusa tra i giovani adulti di età compresa tra i 20 e i 40 anni, soprattutto donne.

Come tante malattie rare, le cause sono ancora poco definite e, per questo, la scienza è impegnata costantemente nell’individuare sintomi e origini che possano supportare i medici nella diagnosi.

Disporre, infatti, di specifici biomarcatori o test in grado di agevolare o confermare la diagnosi potrebbe essere molto vantaggioso per il medico e per il paziente.

In questo contesto si inserisce una recente ricerca italiana, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, che ha indagato il ruolo del microbiota intestinale e orale nello sviluppo della CFS/ME.

I risultati hanno confermato la presenza di un’alterazione nella composizione del microbiota intestinale e orale, con differenze più marcate in quello intestinale.

Inoltre, il profilo microbico registrato è risultato coerente con quello osservato in altre condizioni autoimmuni, come ad esempio la malattia di Crohn o il lupus eritematoso sistemico.

Altro dato interessante è che le stesse modificazioni microbiche sono state rilevate anche nei parenti dei soggetti sottoposti allo studio, a testimonianza di quanto i fattori genetici e ambientali siano influenzanti.

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